Esiste un turismo sostenibile, attento alla conservazione dell’ambiente, rispettoso delle tradizioni dei luoghi e che diventa preziosa risorsa per le comunità locali. Esiste anche il suo contraltare, l’“overtourism”, il turismo di massa mordi e fuggi che inquina, calpesta la natura, diventa fonte di problemi e malessere per gli abitanti. Sono le due facce di un settore strategico nell’economia di molti Paesi (il nostro in particolare), capace di portare grande ricchezza, ma anche conseguenze negative in ambito ambientale e sociale.
Nell’era del boom dei viaggi post Covid, il fenomeno globale del “sovraffollamento turistico” è tornato prepotentemente alla ribalta. E alle soglie dell’estate c’è il forte rischio che esploda o si riacutizzi nelle mete più gettonate dai vacanzieri. Arginarlo si può e si deve, a patto che tutti facciano la loro parte: le istituzioni e i vari attori della filiera i primis, ma anche il singolo turista. Come? Lo avrete già capito: questa volta Impegnati cambiare “fa i bagagli” e parte per AltroViaggiare. Perché possiamo davvero scegliere un altro modo di viaggiare. Più sostenibile. Più responsabile. Che non significa affatto meno piacevole.